Un grande classico che dovrebbe essere letto in ogni scuola di fotografia.
Scuola di neotopografia by Pietro Pesaresi 2004
- Quando uno scorcio di paesaggio colpisce la vostra attenzione, girarsi di 180 gradi e scattare.
- “Per me è indifferente” è la risposta a qualsivoglia domanda tecnica.
- Occorre essere metodici fino al parossismo, e una volta all’anno buttare via tutto.
- Usare l’attrezzatura neotopografica al minimo delle sue possibilità.
Adottare almeno due hobby di riserva in caso di emergenza.
Ogni mattina appena svegli bere due bicchieri colmi d’acqua. - Tenere sempre in tasca un rocchetto di filo interdentale, per i momenti morti tra una neotopografia e l’altra.
Occorre essere professionisti dell’approssimazione. - Occorre non avere timore degli stati di trance, essi sono funzionali allo scopo.
- L’uscita neotopografica si fa senza macchina fotografica. Poi, casualmente, prima o poi si passerà da quel posto per scattare la fotografia.
Nulla vieta di fare il contrario. - Il contrasto perfetto è quello minimo indispensabile per distinguere le cose.
- L’attrezzatura migliore è quella col manuale d’istruzioni piu breve.
Ogni minima stilla di energia dev’essere conservata per l’elucubrazione mentale. - Ogni neotopografo che si rispetti ha il suo bobo d’ordinanza.
perle di saggezza
manca il punto 11: cos’e’ questa merda?
forse è il caso di studiare in modo più aprofondito cos’era veramente la new topographic photography…
questi 10 punti sono cose da scuole medie, approsimativi e con evidente desiderio di minimizzare una corrente fotografica complessa ad istruzioni da fotoclub
@ile
—> http://www.mferrario.it/latente/pillola-neotopografica/
quei 10 punti hanno una storia tutta loro che parte da I.A.F. sono piu un gioco che altro 😉