Questo mio post, inizialmente voleva parlare della omologazione delle immagini vincitrici del WPP date dall’utilizzo degli stessi strumenti (come Silver Efex) e dalle scelte piuttosto uniformi fatte dai giudici. Poi c’è stata la grossa polemica sui vari blog e giornali data dalla foto vincitrice per il suo aspetto artefatto, allora mi sono detto: “facciamo come al solito e aspettiamo di vedere queste foto di persona”.
Sabato 4 Maggio, presso la galleria Sozzani a Milano c’è stata l’inaugurazione della mostra e grande è stata la mia sorpresa nel vedere la foto di Paul Hansen su carta.
Tutto l’effetto di luce irreale che tanto aveva destato “scandalo” non c’è quello che resta è una potente immagine di dolore ( e ti resta il dubbio su come era la foto nella idea nel fotografo, quella del sito o quella stampata). Davvero, si è parlato per giorni di photoshop, di foto finte, di luci irreali, tanto rumore e poi la foto non era quella che uno si aspettava.
Per il resto l’ho trovata una edizione sopra la media con molto spazio dato alla guerra civile Sirana, segnalo le foto che mi hanno maggiormente colpito:
- il racconto della maestra Fu Huaying nelle foto di Fu Yongjun
- le immagini dello zoo cinese di Xiaoqun Zheng
- il delicato ritratto in hi-key della bambina albina fatto da Anna Bedyńska
- la più che intima foto di Søren Bidstrup della famiglia in vacanza in italia.
- le foto dei bambini di Nuova Delhi di Altaf Qadri
- la foto del cadavere del soldato sudanese di Dominic Nahr
- tutte le foto scattate dal conflitto Siriano come quelle di Fabio Bucciarelli perché danno il senso a questo premio dedicato al fotogiornalismo.
Le note negative:
Nessuna foto sulla guerra dei signori della droga messicani, alcune scelte molto slegate dal contesto foto che senza il cartellino non si capisce cosa rappresentino e poi se dalle gallerie web le foto in b/n mi avevano dato un senso di totale uniformità come se tutti avessero usato Silver Efex con le stesse impostazioni, le foto che più mi hanno fatto storcere il naso sono state quelle a colori della categoria natura anche qui mentre a video sembravano delle ottime foto, stampate tra colori assurdamente saturati e sharpenig esagerati erano immagini quasi fastidiose.
La mia foto preferita?
Non so se l’intenzione di Stephan Vanfleteren era quella di imbastire un freak show o se volesse fare un lavoro come American West di Avedon, io spero nella prima ipotesi che abbia fatto un meraviglioso e sincero lavoro di ritratto.
Word Press Photo 2013 – presso Galleria Sozzani – Corso Como 10 fino al 2 Giugno 2013 e Museo di Roma in Trastevere fino al 26 Maggio 2013
Grazie per gli “aggiornamenti” e complimenti per la foto nella foto…un’altro (uno qualunque) si sarebbe limitato a fare una foto alla stampa…
“ti resta il dubbio su come era la foto nella idea nel fotografo”.
Proprio così. Forse non esiste. C’è una foto per il giornale che te la paga, una foto per vincere un premio e una foto per far bella figura alla mostra e smentire le polemiche…
Forse la foto non c’è più, c’è solo il fotografo.